Adorabile Incompresa

Era adorabile come un soufflé di cioccolato. Incantevole come una rosa appena sbocciata. Melodiosa come il canto di un pettirosso e sublime come il suono di un violino. Era la principessa del regno di Lombardia, e aveva solo un piccolo problemuccio; cose di poco conto quando sei la più ricca del reame, protetta da un esercito intero e sopratutto parli solo con gente finemente selezionata da metodi all’avanguardia (il più di moda era il test con le macchie di Rochard). Metodi che garantivano, davano certezze, limitavano i danni. Alla fine dei test infatti la principessa poteva incontrare al massimo una persona al mese su circa milleduecento richieste.

Ma quale era mai sto problemuccio per il quale si applicava un tale controllo e selezione? Ila nostra principessa non solo sbagliava tutti i congiuntivi (che di per sé direte voi, forse manco è un problema) ma non riusciva nemmeno a comprendere frasi più complesse di un: tu+come+stai+?

Ella di fatto soffriva della sindrome di Tourette e di ‘inconstatia menefreghis’ (malattia scoperta nel lontano 2021 per cui la persona afflitta da un lato, non riesce a focalizzare l’attenzione su niente di ciò che ascolta, non comprendendone di conseguenza il senso, e dall’altro non riesce neanche a parlare con senso compiuto: insomma non capisce il significato delle parole e quindi non le comprende e non le sa usare). Riassumendo la nostra eroina oltre ad essere totalmente incomprensibile, ogni 3 fantaparole (perché capirne il significato ormai era diventato un gioco a premi nel reame intero) urlava una parolaccia e un calcio.

Miei cari, come voi e io sappiamo, la sindrome di Tourette si può curare con la terapia e milioni di persone nel mondo, conosciuto e non, riesce a sopravvivere e ad avere una vita sociale e amorosa degna e completa, ma la nostra principessa no. La sua ‘inconstatia menefreghis’ era incurabile.

Insomma, non si sapeva cosa fare. Una principessa con problemi di comunicazione, non è di per sé un grave problema e non lo sarà mai, fino a che rimane una principessa.

Ma ve lo immaginate, dico, il messo della Padania che arriva per conferire sulla situazione dei trasporti e si trova davanti una regina le cui risposte non solo sono incomprensibili ma anche intervallate da insulti che invece comprensibili lo sono e anche troppo? Guerra, amara guerra dopo la seconda parola sbagliata.

Il reale padre davanti a questo catastrofico futuro assunse un interprete/psicoanalista con lo scopo di aiutare la principessa e fungere da traduttore “ammorbidendo” le espressioni della giovane ai questuanti.

Il fatto è che l’interprete prima di poter aiutare la principessa, dovette imparare a capirla, la principessa, che si sa che prima di tradurre o riportare il pensiero dell’altro è necessario comprenderlo.

Inutile sottolieare che il nostro interprete reale non ce la fece e dopo anni di tentativi il re, arrivato alla venerabile pensione e spinto dalla regale moglie (che dopo una vita da regina voleva una sana vacanza in quel dei caraibi, possibilmente una crocera), decise di fare l’unica cosa possibile: togliere la corona alla principessa, investire dell’alto titolo di reggente il nipote di terzo grado (che ve lo raccomando, ma questa è un’altra storia).

Al chè, la principessa (che parve comprendere quanto deciso o lo volle capire che – qui casca l’asino- alla fine quando voleva il mondo lo comprendeva) si trasferì in una bellissima piccola casa al limitare del bosco dove visse felice e contenta insieme all’interprete reale. Eh si nel frattempo i due si erano innamorati.

PS: dal monento del trasferimento la principessa iniziò a comprendere e parlare correttamente e si dice che merito fù dell’odore del bosco, della potenza curativa del verde e dei fiori di rosaspina. Io la penso diversamente ma lascio ai posteri l’ardua sentenza.

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