Amedeo ha 40 anni, una laurea in economia e commercio, una mamma molto presente di nome Amedea (eh no, purtroppo non è uno scherzo) e un padre, Costantino, che adora il suo lavoro e lo prende molto sul serio: coltiva zucchine sul terrazzo della loro casa sita in via della Spezia – 20100 Milano. Amedeo come lavoro fa il netturbino ma il suo sogno, quello che desidera da quando aveva sei anni e che vorrebbe davvero fare da grande, è il ballerino/cantante/tuttofarebastastaresu1palco di musical. Avete presente quei desideri che sono così vivi e mobili da tirarvi i nervi sotto la pelle? Quello spazio di anelito che si crea nell’esaltante esercizio della volontà tra la fatica e l’estasi quasi mistica di una realizzazione?

Amedeo è alto un metro e ottanta, una discreta pancia, molta sostanza, naso ligneo e indagatore, ironia come piovesse a volte messa in ombra da un accenno di permalosità e una certa tendenza alla polemica tout court; ha conosciuto la Clarice ad una festa tra amici un cinque anni fa più o meno, insomma un incontro come tanti: tu vedi lei, lei vede te, fate finta di non guardarvi, lei guarda un altro, poi inizia a parlare in un gruppetto, tu ti avvicini, le chiedi qualcosa, lei risponde in maniera arguta, tu ti incuriosisci poi vi ritrovate davanti al frigorifero di quella mini cucina in quella mini casa che vi baciate. E stranamente vi vedete ancora e poi ancora e lei appena ti vede non può evitare di desiderare baciarti, e toccarti e odorarti (ah il tuo odore!) e ascoltarti e tu non riesci a toglierle gli occhi di dosso e rimanere colpito dal colore delle sue labbra e da come usa le parole, come ti piace come usa le parole e a lei come piace il tuo modo di scherzare tra il serio e il faceto con le labbra a lemure mentre ti intimidisci e l’occhio che si vela quando ricordi qualcosa.
E così continuate a vedervi, certo con delle regole perché Amedeo tu sei uno che non vuole correre, non vuole rovinare il sentimento per quella smania che prende la gente quando vive cose belle e allora centellina e suddivide e così ci si vede solo 2 volte la settimana per il primo anno che è meglio così rimane inalterato il desiderio l’uno dell’altro e non corriamo che poi se finisce fa troppo male e poi io ho la mia passione, stiamo mettendo su una compagnia e non posso mollare tutto, capisci vero?
E Clarice capisce e si incazza e poi lo guarda, il suo Amedeo dal cuore di cristallo e la voce d’ottone, con quegli occhi blu, quella bocca che quando sorride illumina tutta la pelle e la barba e i capelli che sono ricci e arrabbiati e dice va bene e intanto vive la sua vita e continua a cercare una soluzione al proprio rebus mentre a volte lo invidia il suo uomo (che non ne vorrebbe un altro neanche ci fosse una svendita), ama quella fede e quella voglia con cui continua a provare un passo, scrivere un testo, cercare fondi, buttare tutta la sua creativa creatività nello spazio di quel desiderio e poi quando esce da quel cerchio magico, aver bisogno di regole, sicurezza, tranquillità perché si sa che quando hai il cuore di cristallo devi tutelarlo.